Cortona, tu sei bellezza: Museo Diocesano e Duomo

Nella sua forma odierna, il Duomo fu progettata dai seguaci di Giuliano da Sangallo nella seconda metà del secolo XV inglobando la primitiva chiesa, come rivelano gli antichi frammenti visibili sulla facciata in pietre conce. In questo luogo sorgeva, infatti, la pieve di Santa Maria Assunta, documentata già nel 1068, ma secondo la tradizione edificata su un luogo di culto paleocristiano. 

Il Museo Diocesano venne inaugurato nel 1945 per volontà del vescovo Giuseppe Franciolini e del Capitolo della Cattedrale dopo oltre vent’anni d’interventi. Già nel 1923, in occasione del quarto centenario della morte di Luca Signorelli, vi erano state adeguatamente sistemate le opere del grande maestro cortonese e, nel 1939, la raccolta era stata arricchita con alcune opere provenienti dalla Cattedrale e dalle chiese della Diocesi.

Piazza del Duomo, 1 Cortona (AR)

Prezzo

€ 10,00
2 ore

Gallery

Descrizione

All’interno del Duomo è conservato un ricco patrimonio storico-artistico e devozionale. Ricordiamo, in particolare, il celebre quadro di Pietro da Cortona con la Natività, il ciborio di marmo attribuito allo scultore locale Ciuc... leggi di più

All’interno del Duomo è conservato un ricco patrimonio storico-artistico e devozionale. Ricordiamo, in particolare, il celebre quadro di Pietro da Cortona con la Natività, il ciborio di marmo attribuito allo scultore locale Ciuccio di Nuccio e un mosaico del cortonese Gino Severini raffigurante il Sacro Cuore.

Il Museo Diocesano raccoglie al suo interno dipinti su tavola e tela di straordinaria bellezza, insieme ad arredi liturgici, reliquiari e paramenti sacri di raffinata manifattura, testimonianza di arte e di fede di un’antichissima e altrettanto fiorente Comunità. Ricordiamo, in particolare, l’Annunciazione del Beato Angelico, la Deposizione del Signorelli, la Maestà e la grande Croce dipinta di Pietro Lorenzetti, l’Assunta di Bartolomeo della Gatta, il Reliquiario Vagnucci e il Parato Passerini, realizzato su disegni di Raffaellino del Garbo e Andrea del Sarto.

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Orari

DUOMO:

  • dal 1° aprile al 31 ottobre
    tutti i giorni dalle ore 8:00 alle ore 19:30
  • dal 1° novembre al 31 marzo
    tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 18:30

MUSEO DIOCESANO:

  • dal 1° aprile al 5 novembre
    tutti i giorni dalle 10.30 alle ore 13.30 e dalle 14.00 alle ore 18.30 
  • dal 6 novembre al 31 marzo 2024
    venerdì, sabato e domenica 10.00-17.00
  • dal 8 al 10 dicembre
    tutti i giorni dalle 10.30 alle 18.30
  • dal 26 dicembre al 7 gennaio 2024
    tutti i giorni dalle 10.30 alle ore 13.30 e dalle 14.00 alle ore 18.30 
    Chiusura: 25 dicembre

(ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura)

La quota include

  • Ingresso garantito su prenotazione
  • Servizio assistenza
  • Audioguida gratuita compresa nel biglietto

La quota non include

  • Servizio guida
  • Quanto non espressamente indicato nella sezione "La quota include"

Come arrivare

​​​​​In auto:
Sia da Nord che da Sud, uscire dall’autostrada del Sole (A1) al casello Valdichiana. Subito dopo l’uscita, prendere la superstrada E45 (Raccordo Siena-Perugia) in direzione Perugia e uscire alla seconda uscita per Cortona (Cortona San Lorenzo). Da qui, seguire le indicazioni in modo da arrivare alla SS71 in località Camucia e proseguire per Cortona.

In treno:
Con la Linea Ferroviaria Firenze/Roma, scendere alla Stazione di Terontola o Camucia. Con la Linea Ferroviaria Terontola Perugia Assisi Terni, scendere alla Stazione di Terontola. Da entrambe le Stazioni è facile raggiungere Cortona in taxi o autobus di linea. Per orari e tariffe dei treni visitate il sito delle Ferrovie dello Stato www.trenitalia.com

Mappa

Punti di interesse

Annunciazione del Beato Angelico

Annoverata tra i più alti capolavori dell’artista e di tutta la pittura italiana del Rinascimento, è giustamente considerata punta di diamante della raccolta di questo Museo. È difatti la più famosa e la più lodata delle tre opere di medesimo soggetto dipinte dall’Angelico che si sono conservate. L'opera è stata commissionata da Giovanni di Cola di Cecco, mercante di tessuti e membro della Confraternita di San Domenico.

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Il sacro evento rappresentato nel dipinto si svolge all’interno di un elegante porticato, che richiama le coeve architetture progettate da Filippo Brunelleschi, e che offre profondità all’intera opera permettendo al pittore d’inserire sullo sfondo l’antefatto all’episodio cardine. In alto a sinistra sono rappresentati i Progenitori che, cacciati dall’Eden, si avviano disperati verso la nuova sofferenza in attesa del riscatto, che sarà compiuto da Maria, la “nuova Eva”. La scena principale presenta l’angelo che, appena atterrato, con il consueto stratagemma delle lettere che escono dalla bocca a mo' di fumetto, porta l'annuncio divino. Tra i due personaggi si sviluppa un vero e proprio dialogo con tre versi segnati in sequenza, dove al centro si evidenzia la risposta di Maria, scritta capovolta per far ben capire la direzione della frase. Tratti di finezza sono evidenti in tutta la composizione: dalle bordure dei panneggi al sedile di Maria coperto da un drappo broccato in oro, dalla figura di Isaia, profeta del destino di salvezza, “scolpito” entro un tondo al centro della trabeazione, al pavimento in marmo mischio. Sulla predella sono rappresentate sette scene tratte dalla vita della Madonna. Il paesaggio è un chiaro riferimento al lago Trasimeno, che l’Angelico avrà sicuramente ammirato dalle alture cortonesi.

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Sala Signorelli

Nella Sala è esposta una significativa raccolta di dipinti realizzati da Luca Signorelli con la collaborazione della sua bottega. Tra queste, si segnala la tavola con il Compianto sul Cristo morto, che l'artista realizzò per il Santuario di Santa Margherita. L’opera, la più antica di Luca conservata a Cortona, fu terminata nel 1502, come testimoniava un’iscrizione lungo la cornice, oggi perduta.

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Nell’aneddoto vasariano delle Vite si narra come il Signorelli, “essendogli stato ucciso un figliuolo che egli amava molto, bellissimo di volto e di persona, Luca così addolorato lo fece spogliare ignudo e con grandissima costanza d’animo senza piangere o gettar lacrima lo ritrasse”. La suggestiva interpretazione dovuta al racconto di Vasari vorrebbe che l’artista abbia qui riprodotto, nel cadavere esangue del Cristo, le sembianze del primogenito morto nel corso dell’epidemia di peste che nel 1502 flagellò Cortona. Completa l’opera, definita ancora da Vasari «rarissima», la predella con episodi della vita di Gesù.

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Santa Margherita da Cortona e le storie della sua vita

Margherita nacque nel 1247 da famiglia contadina a Laviano, un paesino tra Montepulciano e Cortona. Raggiunta la maggiore età fuggì con un giovane nobile di Montepulciano che non la sposò mai, neppure dopo la nascita di un figlio. Allontanata dai parenti, trovò accoglienza a Cortona. Consacrata alla penitenza e all’assistenza degli ammalati e dei poveri, fu accolta nel Terz'Ordine Francescano.

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Grazie al sostegno di famiglie benestanti e alla collaborazione di alcune volontarie dette “Poverelle”, nel 1278 fondò l’Ospedale della Misericordia. Dedita alla preghiera e alla penitenza in una piccola cella ricavata nella Rocca sopra Cortona, Margherita intervenne attivamente nelle vicende del proprio tempo per pacificare gli animi e per rasserenare il turbolento clima politico dei suoi anni. Morì ad appena cinquant’anni il 22 febbraio del 1297. Il popolo la dichiarò subito santa e volle – in quello stesso anno – che nel luogo dove si era ritirata in preghiera fosse edificato un santuario. La tavola qui esposta è probabilmente una delle immagini dipinte immediatamente dopo la sua morte, quando la precoce fama di santità attribuita dalla venerazione popolare rendeva tollerabile l’uso dell’aureola ancor prima della canonizzazione. Ci vollero comunque più di quattro secoli prima che la Chiesa la proclamasse ufficialmente santa nel 1728 ad opera di Benedetto XIII. Margherita diventa così una gloria dell’Ordine Francescano e la patrona di Cortona, che da sette secoli custodisce il suo corpo incorrotto nel santuario a lei dedicato. Nel dipinto Margherita è rappresentata come giovane Terziaria con la veste quadrettata coperta da un manto scuro e da un velo bianco sulla testa. Intorno alla figura sono rappresentati alcuni episodi tratti dalla sua vita, narrata dal suo confessore frate Giunta Bevegnati.

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